DA QUANTO ACCADUTO IN PROCURA NEL 2015
FINO A "STRANI" INTERESSI PRIVATI DIETRO IL MONDO DELLA CANZONE
LA STORIA D'AMORE CON DALIDA E QUELLE INQUIETANTI CONFIDENZE
«Dal momento in cui rompe con Dalida, Tenco non ha più pace. Qualcuno lo avverte, gli incute timore. Due anni prima avevano tentato di rapinarlo in autogrill, ma stavolta è diverso. Luigi è seguito da sconosciuti. A novembre iniziano le minacce. Al fratello Valentino e all’amico Paolo Dossena racconta gli spiacevoli episodi e di avere acquistato un’arma, una Walther Ppk 7.6529. "Serve a difendersi" spiega loro, "ma non so chi ce l’abbia con me e perché"» A 30 anni dalla morte di Dalida l'ipotesi sugli affari inconfessabili che la cantante potrebbe avere confidato a Tenco durante la loro storia.
STRANE "COINCIDENZE": RCA, BREGUET E MILITARI
«Dietro la morte di Tenco non vi sarebbero le combine delle
canzonette e nemmeno la spartizione delle vendite nel mercato della canzone.
C’era molto di più.
Le stesse società che facevano la voce grossa nel mercato della discografia, avevano anche legami strettissimi con il settore degli armamenti.
Non sono ipotesi ma fatti. Ecco quali con nomi e cognomi [...]»
E la fidanzata Valeria disse: un'ora prima di morire
Luigi tentò di parlare con il capo della RCA.
DIETRO LE QUINTE DELL'ULTIMA INCHIESTA
«In questa storia di intossicazioni dell'informazione - come disse il criminologo Francesco Bruno - di depistaggi ce ne sono stati molti, compreso negli ultimi tre anni, da quel 2014 quando presso la Procura di Roma depositammo la richiesta di nuovi accertamenti balistici.
Una storia poco conosciuta perché tenuta da parte, mai portata nei grandi salotti nell’attesa che una Procura ci mettesse la faccia.
Ecco i retroscena del caso Tenco avvenuti fra il 2013 e il 2015»
UN GIORNO DOPO L'ALTRO
«Il 4 luglio 2012 nel palazzo della Procura fummo ammessi a visionare il video dell'autopsia svolta sul corpo di Luigi Tenco, intenti a osservare se le procedure seguite durante l’autopsia del 2006 avessero seguito il protocollo. Un po’ come un maestro chiamato a leggere i compiti in classe degli allievi, presente con noi era il dott. Martino Farneti e a lui il compito di esprimere giudizi nel merito, come giusto che fosse. C’era forse altro da dire rispetto a quanto già era emerso dalle carte che a lui avevamo sottoposto per un parere?»
LA PREFAZIONE DEL CRIMINOLOGO FRANCESCO BRUNO
«Gli storici, quando esamineranno questo caso rifacendosi sicuramente anche al presente lavoro, considereranno la morte di Tenco come uno dei misteri d'Italia. [...]
E quando molti giornalisti mi chiedono se esiste il delitto perfetto, io gli rispondo di sì: è l'omicidio Tenco».